Citando Camus: “Se noi avessimo consapevolezza della realtà in cui viviamo, non ci sarebbero le opere d’arte”.
Wolfango si addentra nei significati delle cose, scovando la spiritualità dell’arte nella bellezza e nella forma eterna che essa rappresenta. Wolfango, pittore bolognese tra i più amati, classe 1926, è voce e volto di un documentario che prende il titolo dal verso della canzone “Parlami d’amore Mariù” intonata in sottofondo da una voce femminile familiare. Sul tono morbido e appassionato dei suoi pensieri che diventano universali addosso alle sue tele, Wolfango ci spinge lo sguardo verso le pareti della sua casa studio e dentro le stanze pubbliche della sua città che mostrano le opere maestose, che egli ha concesso in comodato d’uso, per invocare l’essenza eterna della materia e delle apparenze fenomeniche sotto le vesti di opere pittoriche. Wolfango esegue le sue visioni sul confine illusorio tra l’essere e il non essere. Senza opere d’arte dovremmo ricorrere alla fede per interpretare la vita, rinunciando così a un percorso di ricerca, alla provvisorietà, al divenire, all’emozione di un istante sospeso.
Note di regia
Wolfango, impronta vocale da attore o da maestro, pondera vocaboli come cucchiai di zucchero nella preparazione di un dolce. Sa bene dove porre gli accenti, Wolfango. Egli conosce i suoni grammaticali come fossero vecchia oggettistica di casa. I suoi virtuosismi espressivi fanno parte di un talento con cui solamente si può nascere. Osserva tutto, intensamente, e poi traduce nel perfetto rispetto delle forme su tele, fogli, piccole masse di terracotta. L’arte è la salvezza del mondo. Una sua genitrice. L’amore per lui profuso dalla sua città, Bologna, è toccante, a maggior ragione perché Wolfango non è pittore di mercati d’arte ma è pittore per puro sentimento. Quindi è un amore che passa dagli occhi e sosta sulle vene. Il mondo di Wolfango è intimo, denso di sostanza, e raccoglie di ciascuno l’intimità, soprattutto quella silenziosa e impalpabile dei ricordi. Proprio perché essa è impalpabile, Wolfango agisce con l’urgenza del recupero dei dettagli, della materia, degli odori che costruiscono la storia di ciascuno di noi; compresa la mia, sorpresa da un tagliere, da un cratere di farina, dalle mani di mia nonna.