Mi dispiace di lasciarla
Trailer

  • Riprese e montaggio: Federica Biondi
  • Musica: Kalweit and The Spokes, Christian Rainer, Alessio Bonomo, Folkomondo
  • Prodotto da: 99 Million Colors e Vittoria Pesante
  • Dal progetto: La Processione di Carletto, con Michele Mariano e Simona Bramati
  • Riprese mini camcorder: Simona Bramati
  • Titolazioni ed effetti: Martina Bartolini
  • Graphic designer: Eleonora Battistelli
  • Fotografa di scena: Isabella Rocchetti
  • Sponsor partners: New Holland (Stab. Jesi), La Tognazza Amata, Informatica Centro
  • Anno: 2014
  • Documentario
99 Million Colors e Vittoria Pesante producono il film documentario di Federica Biondi “Mi dispiace di lasciarla", il film documentario su “La processione di Carletto"

“Comunque io la voglio salutare, c’ho fretta di andarmene, mi dispiace di lasciarla”, così Vincenzo saluta Simona dopo un incontro casuale a Pettorano sul Gizio, un piccolo paese dell’Abruzzo. Michele Mariano e Simona Bramati, scultore lui, pittrice lei, insieme alle loro asine Carletto e Agalma, madre e figlia, e al cane Giulio sono partiti dal Molise e raggiungeranno il Friuli, percorrendo a piedi in due mesi 1370 chilometri, seguendo le tracce di storiche gesta e personaggi eroici che in epoche diverse scelsero una strada nuova determinando un infimo inizio. Il loro gesto diventa una performance artistica, battezzata “La Processione di Carletto”. Lungo il cammino, i viaggiatori osservano l’Italia senza fretta, le campagne del Molise, L’Aquila deturpata, selvaggi valichi appenninici, sorgenti paradisiache, distese rigogliose e il loro contrasto assordante rispetto a città come Bologna o alla Venezia inasprita dai divieti. È un’Italia triste ma che con gentilezza antica accoglie il nuovo e lotta contro le nostalgie di una terra perduta, una famiglia disgregata, un dialetto sbiadito. Lo sguardo sul totale la ridisegna come un arcipelago di quartieri dopo una mareggiata. “Mi dispiace di lasciarla” è un saluto sincero per affrontare una nuova separazione e prendere la giusta distanza dal vuoto, afferrando l'idea di un cambiamento qualsiasi attraverso un atto di forza umano, artistico o semplicemente rivoluzionario.
Questo film documentario è un sentimento atavico rivolto all’arte, a quella che provoca ispirazione, ed è dedicato all’Italia, a quella che non vorremmo dimenticare, a quella sempre possibile.